La chiamata dei discepoli

Lectio divina – Vangelo della III Domenica T.O. anno A

lectio divina

21 Gennaio 2023

Si propone uno schema-guida per la lectio divina sul Vangelo di domenica 22 gennaio 2023.

(Si consiglia di avere sottomano una Bibbia per consultare i vari passi citati)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-23)

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16 Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. 17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. 18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

LECTIO (Cosa il brano dice in sé)
Struttura e contesto

Si tratta di un brano piuttosto complesso che si può suddividere in quattro parti: 1) l’inizio del ministero di Gesù in Galilea (vv.12-16); 2) il contenuto essenziale della predicazione di Gesù (v. 17); 3) la chiamata dei primi discepoli (vv. 18-22); 4) sommario dell’attività di Gesù che insegna e guarisce (v. 23). La frase con cui inizia il brano («Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato») a un tempo collega quest’ultimo con la sezione precedente (le tentazioni nel deserto, dopo il battesimo) e segna l’inizio di una fase nuova, nel racconto ma anche nella vita di Gesù: l’arresto del Battista è il “segnale” con cui Egli può iniziare la sua missione pubblica. Il Battista, infatti, secondo le sue stesse parole, doveva mettersi da parte affinché Gesù potesse manifestarsi (Gv 3,30). Come si può vedere, le parole del Messia sono le stesse del Battista, ma anche totalmente diverse.

Brani di approfondimento

Si propongono due passi per meditare ulteriormente il senso del brano di oggi:

  • Is 8,23b-9,6: profezia citata da Mt per spiegare l’inizio della missione di Gesù;
  • Gdc 7,1-25: impresa di Gedeone che libera Israele dal giogo dei Madianiti proprio nella terra di Galilea.
Versetti

v. 12: «Si ritirò nella Galilea»: perché Gesù decide di iniziare proprio là il suo ministero? Certamente perché con l’arresto del Battista la situazione non si era fatta proprio facile, in Giudea. Ma c’è anche dell’altro, e ce lo dice Mt nella sua lettura profetica: la Galilea era stata la prima regione a essere invasa dagli Assiri e a subire la deportazione dei propri abitanti. Quindi, anche se fiorente dal punto di vista economico, al tempo di Gesù era una regione del tutto depressa dal punto di vista religioso, senza un’identità, né tradizioni proprie. Del resto, non era precisamente stima quella che avevano gli abitanti della Giudea nei confronti dei Galilei (Gv 1,46; 7,52). Ecco quindi che la predicazione di Gesù per quella terra umiliata e calpestata è attuazione di un messaggio di salvezza (vv. 15-16; Sal 126): Dio sceglie sempre ciò che per il mondo è piccolo e disprezzato per realizzare con esso le sue meraviglie (1Cor 1,27-29).

v. 17: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino»: l’espressione «regno dei cieli (o di Dio)» indica che il Signore è il re del suo popolo, com’era nell’ideale politico-religioso dell’AT, ma in un modo completamente diverso. In particolare, si intende che Dio è re di un regno di «santi» (1Cor 1,2) e tale regalità è compromessa nella storia degli uomini dal peccato. Perciò serve un intervento di Dio e del suo Messia (Dn 2,28-35): questo è l’annuncio sia del Battista che di Gesù. Il suo pieno compimento sarà alla fine dei tempi (Mt 8,11-12), mentre ora si manifesta nell’umiltà e non senza contraddizioni (13,24-33); eppure, per esso vale la pena vendere tutto ciò che si possiede (13,44-46). Il regno, insomma, porta con sé il mistero, mistero della comunione con Dio che è dono della sua grazia (11,25-27).

«Convertitevi»: lett. «cambiate mente», cioè modo di pensare, i criteri delle proprie scelte.

«È vicino»: non in senso temporale (si realizzerà tra poco tempo), ma “spaziale” (Lc 17,21), esistenziale: il regno di Dio è a portata di mano. Per entrarci occorre, appunto, la conversione.

v. 20: «Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono»: le reti sono simbolo della quotidianità per i primi discepoli (sono il loro mezzo di sostentamento), ma anche in qualche modo ciò che li trattiene nella propria abitudine. La parola di Gesù è una forza di attrazione più forte di tale monotonia e dilata le loro speranze in modo meraviglioso («vi farò pescatori di uomini», v. 19): già questa è una precisa esperienza del regno di Dio. Certo, servono cieli e terra nuovi per la sua piena realizzazione (Is, 65,17; 2Pt 3,13; Ap 21,1-5), ma già questa rottura di una stabile routine indica la presenza di una forza nuova nel mondo, forza di vita e di salvezza.

MEDITATIO (Cosa il brano dice a me)
  1. Metto mai in discussione il mio modo di pensare di fronte alla Parola di Dio?
  2. Ho fatto l’esperienza del regno di Dio nella mia vita? In quali occasioni?
  3. Sono prigioniero anch’io di una “routine” che mi annoia? Dove cerco evasione?