Gesù e la Samaritana

Lectio divina – Vangelo della III Domenica di Quaresima anno A

lectio divina

11 Marzo 2023

Si propone uno schema-guida per la lectio divina sul Vangelo di domenica 12 marzo 2023.

(Si consiglia di avere sottomano una Bibbia per consultare i vari passi citati)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 4,5-15)

5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: “Dammi da bere”. 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: “Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”. I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: ‘Dammi da bere!’, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. 11Gli dice la donna: “Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?”. 13Gesù le risponde: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. 15“Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”.

LECTIO (Cosa il brano dice in sé)
Struttura

Il brano è tratto dalla prima parte del dialogo tra Gesù e la donna samaritana riportato nel quarto Vangelo. Si tratta di un’unità ampia e complessa (Gv 4,5-42) che si può suddividere in alcune sezioni: 1) lo scenario (vv. 5-6), 2) il dialogo tra Gesù e la Samaritana (vv. 7-26); i frutti del dialogo (vv. 27-42). Quest’ultimo (punto 2), a sua volta, si può suddividere in tre parti: 2.1) la sete e l’acqua (vv. 7-15); 2.2) il marito e la famiglia (vv. 16-18); 2.3) l’adorazione di Dio (vv. 19-26). Come accade in altri discorsi in Gv (come ad esempio quello con Nicodemo), si può constatare come un moto a spirale della conversazione verso l’“alto”: Gesù inizia prendendo spunto da un fatto quotidiano, banale, e poi conduce il suo interlocutore sempre più verso le cose di Dio. Anche qui, infatti, vediamo la progressione: sete/acqua – acqua viva – marito e famiglia – riconoscimento di Gesù come profeta – luogo dell’adorazione di Dio – la vera adorazione – rivelazione del Messia.

Brani di approfondimento

Si propongono due passi per meditare ulteriormente il senso del brano di oggi:

  • Ez 47,1-12: visione della sorgente del tempio di Gerusalemme le cui acque risanano, immagine ripresa in Ap 22,1-2;
  • 1Re 17,7-16: Elia va dalla vedova di Sarèpta di Sidone e compie il miracolo della farina e dell’olio che non si esauriscono in tempo di siccità.
Versetti

v. 5: «Sicar»: chiamata anche Sichem, è il luogo in cui è sepolto Giuseppe figlio di Giacobbe (Gs 24,32), in un terreno che quest’ultimo aveva ceduto al figlio (Gen 48,22) dopo averlo acquistato (33,18-20). Gen non menziona il pozzo (v. 6), presso il quale avvenivano anche accordi matrimoniali, e proprio a Sichem ci fu un tentativo fallito di alleanza matrimoniale tra Giacobbe e Camor (Gen 34, 1-31).

v. 7: «Giunse una donna»: la parola “donna” (gynḗ) rimanda alla prima di esse, alla madre di tutti i viventi (Gen 2,23). Non è un caso che Gesù in Gv chiami Maria proprio così, semplicemente «donna» (Gv 2,4; 19,26-27): non si tratta di “scortesia”, ma dell’indicazione che Maria è la nuova Eva. Partecipe di questa missione, a suo modo, è anche la donna samaritana, e infatti il tema dell’acqua viva, tra i suoi rimandi, ha anche quello del primordiale giardino di Eden (Gen 2,10-14). Nella relazione con Gesù, la donna cessa di essere sottomessa alla potestà altrui (Gen 3,16) per essere pienamente partner di Dio nella Sua opera di salvezza (Gv 20,11-18). Infatti, sarà proprio la samaritana a raccogliere la prima rivelazione esplicita dell’identità di Gesù (Gv 4,26) e a portare il Vangelo ai suoi concittadini (4,28-29).

«Dammi da bere»: questa richiesta di Gesù rimanda alla crocifissione (Gv 19,28), che quindi fa intuire il valore simbolico della richiesta (anche perché, alla fine, Gesù non attingerà acqua dal pozzo). Qui e nel resto del dialogo ci si muove su due livelli: uno materiale e immediato, il quale funge come da pretesto e ingresso in un altro più profondo. L’acqua, oltre a essere banalmente ciò che disseta, indica anche il rapporto vivificante di Dio con l’uomo per mezzo dello Spirito (Gv 7,37-39; Sal 1,3), in modo analogo rispetto al segno del pane (Dt 8,3; Sap 16,26; Mt 4,4). L’acqua viva di Dio che non si esaurisce è in contrapposizione all’acqua raccolta in cisterne dall’opera dell’uomo (Ger 2,13; Gv 2,7). Non solo, Dio è in grado di far scaturire acqua viva anche dalla roccia del deserto (Es 17,1-7; Nm 20,1-11). Chi attinge acqua da Dio (Is 12,3) è reso a sua volta sorgente (Is 58,11): tale acqua scaturisce dal cuore stesso del Signore (Gv 19,34), lo Spirito Santo, fiume spirituale che irrora il mondo e dà frutti di vita che guariscono le nazioni (Ap 22,1-2).

v. 12: «Sei tu forse più grande»: domanda simile a quella che verrà posta più avanti a Gesù, ma riferita ad Abramo (Gv 8,53), sullo stile di un: “ma chi ti credi di essere?”. Gesù è più grande di Abramo e Giacobbe (Mt 12,41-42), ma tale grandezza non segue le categorie umane (Gv 8,54; Mt 20,20-28): ogni cosa che Egli compie è per la gloria del Padre e, quindi, per la salvezza dell’uomo.

MEDITATIO (Cosa il brano dice a me)
  1. Di cosa ho sete principalmente nella mia vita? Riesco a soddisfarla?
  2. Come vivo la mia routine quotidiana? Sento la presenza del Signore che mi parla?
  3. Nel leggere gli eventi della mia vita mi accontento della superficie?