Io sono la Via, la Verità e la Vita.

Lectio divina – Vangelo della V Domenica di Pasqua anno A

lectio divina

24 Giugno 2023

Si propone uno schema-guida per la lectio divina sul Vangelo di domenica 7 maggio 2023.

(Si consiglia di avere sottomano una Bibbia per consultare i vari passi citati)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,1-12)

1“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: ‘Vado a prepararvi un posto’? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via”. 5Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?”. 6Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. 8Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. 9Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: ‘Mostraci il Padre’? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre”.

LECTIO (Cosa il brano dice in sé)
Contesto e struttura

Siamo all’inizio del discorso di addio di Gesù nell’Ultima Cena, nel quale egli non solo “saluta” i suoi discepoli, ma consegna la sua eredità. Dopo la lavanda dei piedi (Gv 13,1-20) e la predizione del tradimento di Giuda (13,21-30), il Maestro rincuora i suoi discepoli prima che avvengano i tragici avvenimenti della Passione. Il nostro brano occupa la prima parte di questo discorso, in cui Gesù, se da un lato annuncia la sua dipartita, dall’altro spiega che in realtà con questa partenza egli sarà nuovamente presente tra i suoi discepoli, ma in modo diverso. Segue quindi l’immagine della vite (15,1-8), il comandamento nuovo (15,9-17), l’avvertimento sull’odio del mondo (15,18-16,4), l’annuncio della venuta dello Spirito Santo (16,5-15) e del suo ritorno (16,16-33). Chiude la sezione la preghiera di Gesù per i suoi discepoli (17,1-26). Il brano si struttura con un’iniziale invito a non turbarsi (vv. 1-4) a cui segue un botta e risposta con Tommaso (vv. 5-7) e Filippo (vv. 8-12).

Versetti

v. 1: «Non sia turbato il vostro cuore»: il discorso di addio di Gesù rievoca lo stesso che tenne Mosè al popolo prima dell’ingresso nella Terra Promessa, nella quale egli non entrerà, e che costituisce il libro di Dt. In particolare, Gesù sembra ricalcare le parole del grande profeta d’Israele che ricordava lo sgomento degli israeliti per le popolazioni che abitavano la terra di Canaan (Dt 1, 29-31; Nm 14,1-9). All’epoca, gli ebrei non ebbero fiducia in chi li guidava perché non avevano fede in Dio (Dt 1,32-33; Nm 14,10ss.); Gesù invita i suoi discepoli a non commettere lo stesso errore: anche se il mondo potrà far paura, nessun nemico di Dio ha il potere di allontanarci dal Suo amore (Gv 10,26-30; 14,18-25; 16,33; Rm 8,35-39).

v. 2: «Vado a prepararvi un posto»: così come il Signore guidava il suo popolo all’uscita dall’Egitto (Es 13,21) e nel cammino nel deserto (Nm 10,33) per mostrare il luogo dove doveva recarsi (Dt 1,33), così anche Gesù ci precede nella nostra meta finale (Eb 6,19-20), la nostra terra promessa, che è Dio stesso (Sal 61,4-5; 68,7; Ap 21,3). Prima, però, il Risorto precede i suoi discepoli in Galilea (Mt 28,7; Mc 16,7), nella loro terra di origine, dove tutto è cominciato. La speranza nella Risurrezione rende nuovo ciò che è vecchio (Gv 21,1-14; Ap 21,5), cioè la quotidianità.

v. 6: «Io sono la via, la verità e la vita»: questi tre titoli sono tra loro strettamente legati e si riferiscono ai beni che otteniamo grazie a Gesù. Egli è la via che conduce al Padre: solo il Cristo ha visto il Padre (Gv 1,18) e per questo egli è anche la luce che ci permette di non deviare dal sentiero della vita (8,12). Per questo Gesù è il mediatore tra Dio e gli uomini (10,30; 1Tm 2,5; Eb 8,6). Nella mentalità biblica la via indica il modo di vivere, il comportamento, che non è fine a se stesso ma ha sempre un compimento, ha delle conseguenze, nel bene o nel male (Sal 49,14). «Via» era anche il nome con cui i primi cristiani chiamavano il Cristianesimo (At 9,2), cioè il cammino che conduce alla vita (Gv 3,36; 10,10; 12,50 Sal 16,11). Ma la vera vita, la vita eterna, è conoscere il Padre (17,3), dunque Gesù è anche la Verità, che non è conoscenza astratta, ma una che dà alla nostra esistenza la sua pienezza (6,68; 8,32; At 5,20) e la rende salda come roccia (Mt 7,24-27).

v. 8: «Mostraci il Padre»: secondo il pensiero biblico, nessuno poteva vedere Dio direttamente e restare in vita (Es 24,11; 33,20), poiché la Sua santità, cioè la pienezza e la potenza della Sua presenza sono insostenibili per l’uomo (Is 6,5). Per questo di Dio possiamo vedere, al più, le “spalle” (Es 21-23), cioè i segni del Suo passaggio (Gen 2,21; Sal 77,20), che richiedono però la fede per essere interpretati (Gv 20,8; 1Cor 13,12). Proprio nella fede, ossia nell’ascolto della parola del Signore, è la vita eterna (5,24); attraverso di essa entriamo in comunione con il Padre, in un “cono di luce” da cui possiamo vedere e giudicare le cose del mondo. E, allora, senza che ce ne accorgiamo, Dio cambia da dentro la nostra vita, come Mosè che non si accorse che la sua faccia era diventata luminosa della gloria di Dio (Es 34,29). Siamo chiamati a essere come specchi di tale gloria, sostenuti in ciò dalla speranza dei beni eterni (2Cor 3,12-18) che ci purifica dal peccato (1Gv 1,5-7).

MEDITATIO (Cosa il brano dice a me)
  1. Percepisco in me la gioia di essere cristiano?
  2. Come vivo la speranza? È per me una cosa astratta o anima la mia esistenza?
  3. Considero il Signore realmente presente negli avvenimenti del mondo?