
Lectio divina – Vangelo della Solennità dell’Ascensione anno A
24 Giugno 2023
Si propone uno schema-guida per la lectio divina sul Vangelo di domenica 21 maggio 2023.
(Si consiglia di avere sottomano una Bibbia per consultare i vari passi citati)
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)
16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
LECTIO (Cosa il brano dice in sé)
Contesto e struttura
Il brano che leggiamo è il finale di Mt, che si colloca al termine dell’ultima sezione del Vangelo dedicata ai racconti della Risurrezione, nella quale si parla innanzitutto della tomba vuota e del messaggio dell’angelo alle donne (28,1-8), alle quali appare subito dopo il Risorto in persona (28,9-10); segue, per opposizione, la reazione delle guardie al sepolcro e della truffa organizzata dai capi dei sacerdoti (28,11-15); infine, l’apparizione di Gesù ai discepoli e il mandato missionario (28,16-20), cioè il nostro testo. Per facilitarne la lettura e la meditazione proponiamo la seguente suddivisione: 1) l’indicazione del luogo (v. 16); 2) reazione dei discepoli alla vista di Gesù (v. 17); 3) ultime istruzioni del Signore (vv. 18-20a); grande promessa finale, fonte e sostegno della speranza nelle prove (v. 20b).
Versetti
v. 16: «Andarono in Galilea»: i discepoli eseguono l’indicazione data dal Risorto alle donne (Mt 28,10; Mc 16,7). Ma perché proprio la Galilea, quando altrove, invece, dice loro di non allontanarsi da Gerusalemme (At 1,4; Gv 20,19ss.)? Notiamo infatti che Gesù compie l’Ascensione nei pressi di Gerusalemme (Lc 24,51; At 1,9). Non bisogna estremizzare queste differenze, ma esse sono da capire secondo il messaggio e lo stile proprio di ogni evangelista. Ricordiamo, infatti, che Gesù apparve per quaranta giorni dopo la Sua Risurrezione (At 1,3), e infatti tanti sono stati gli incontri e le apparizioni non riportati nei Vangeli (Gv 20,30-31; 21, 24-25; 1Cor 15,6). Per cui, da questo abbondante materiale ogni Autore sacro ha preso quanto poteva essere utile per il suo stile e il suo messaggio. La Galilea è il luogo dove tutto ha avuto inizio (Mt 4,12) e dove i primi discepoli hanno ricevuto la loro chiamata (4,18-22). È quindi la «Galilea delle genti» a ricevere per prima la luce della Risurrezione (Is 8,23-9,6), una terra praticamente pagana dalla quale, secondo i “sapienti” di Gerusalemme, non poteva sorgere alcun profeta (Gv 1,46; 7,52); gli stessi sapienti che hanno rinnegato il Messia (At 3,14). È il paradosso del Vangelo: Dio si manifesta proprio là dove la sapienza umana (anche quella religiosa!) non si aspetterebbe e a chi sembrerebbe meno “titolato” a riconoscerlo (Mt 2,1-8; Lc 7,9; 17,18; 1Sam 16,10-11).
«Sul monte che Gesù aveva loro indicato»: sappiamo che il monte è il simbolo di un luogo privilegiato per l’incontro con Dio. Infatti la stessa Gerusalemme a sorgeva su un monte, il monte Sion (2Sam 5,7); altro monte importante è quello della Trasfigurazione (Mt 17,1) e quello del primo grande discorso di Gesù (5,1), i quali però non hanno nome e richiamano chiaramente il monte per eccellenza, il Sinai (Es 19,11; 1Re 19,8). Del resto, lo stesso Sinai è un monte di “periferia”, ai confini estremi della Terra Promessa (anzi, in realtà sarebbe addirittura fuori dalla terra di Canaan). Per «vedere» il Risorto, per incontrare Dio, bisogna quindi uscire (Gen 12,1), anche se si tratta di un viaggio per tornare in sé e ritrovare se stessi (Lc 15,17-20).
v. 17: «Essi però dubitarono»: la fede non è facile nemmeno per i discepoli che hanno Gesù davanti agli occhi (Lc 24,16; Gv 20,14), e quindi ancor meno per chi ne sente solo parlare (Mc 16,11-14; Lc 24,11; Gv 20,25). Questo versetto esprime la difficoltà delle prime comunità cristiane, ma potremmo dire di ogni discepolo di ogni epoca. Eppure è proprio nella testimonianza di fede che si ha il vero incontro con il Dio fatto uomo, fede che sa “vedere” oltre le apparenze carnali il significato profondo degli eventi (Gv 20,28-29), in cui il Signore è realmente presente (Lc 24,31). Questa testimonianza al nostro cuore è il ruolo dello Spirito Santo (Gv 15,26; 16,8.13; Gal 4,6; Rm 8,15), per cui nell’ascolto della Sua voce e nella condivisione della Parola di Dio nella Chiesa incontriamo davvero il Risorto (v. 20; 1Ts 2,13), un incontro più reale e concreto di quanto possiamo immaginare.
v. 18: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra»: la forma passiva del verbo indica che è il Padre a dare a Gesù questa autorità. Egli è cioè il Signore della storia, Colui che riceve dalle mani di Dio il libro chiuso dai sette sigilli (Ap 5,7) ed è adorato come tale (Ap 5,9-14; Dn 7,14). Per cui governa le forze avverse con scettro di ferro (Sal 2,7-9), cioè le sottomette con la Sua potenza (Ap 19,11-21), ossia con la Sua Parola. La missione dei discepoli (v. 19) è in sostanza quella di portare la vittoria del Signore (Ap 6,2) a tutte le genti. Il segno del battesimo, però, ci dice anche di che tipo di vittoria si tratta: la morte al peccato e all’uomo vecchio, per dedicarsi al servizio del regno di Dio (Mc 10,35-45; Rm 6,4).
v. 20: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»: la presenza di Gesù con i suoi è garantita dallo Spirito Santo (Gv 14,16), che si accompagna alla capacità donata ai discepoli di compiere le Sue stesse opere (Gv 14,12; 1,50; At 3,1-10; Dt 34,9; 2Re 2,9).
MEDITATIO (Cosa il brano dice a me)
- In quali ambiti della mia quotidianità scorgo meglio la presenza del Signore?
- Sono consapevole di essere anch’io un inviato/a? Come vivo la mia “missione”?
- Ho fiducia nella presenza di Gesù, viva e operante nella storia?
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