Trasfigurazione di Gesù

Lectio divina – Vangelo della II Domenica di Quaresima anno A

lectio divina

4 Marzo 2023

Si propone uno schema-guida per la lectio divina sul Vangelo di domenica 5 marzo 2023.

(Si consiglia di avere sottomano una Bibbia per consultare i vari passi citati)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17,1-9)

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.

LECTIO (Cosa il brano dice in sé)
Contesto e struttura

Siamo nel cuore del Vangelo di Matteo. A differenza di Lc che colloca l’episodio della trasfigurazione appena prima della partenza di Gesù per Gerusalemme, qui esso è incastonato tra i due annunci della passione, i quali a loro volta seguono la professione di fede di Pietro a Cesarea di Filippo. Questa particolare struttura serve a mostrare qual è il vero volto del Messia atteso da Israele, a dispetto delle aspettative della gente (16,13-14) e degli stessi discepoli (16,22-23). Inoltre, le immagini che compongono la scena si richiamano alla conclusione dell’Alleanza tra Dio e Israele sul monte Sinai, con Gesù al posto di Mosè (Es 24,12), seguendo uno schema ricorrente nel Vangelo (Mt 5,1). Nella trasfigurazione, quindi, è come se per un momento, per grazia del Padre, fosse sollevato il velo della quotidianità che nasconde il vero volto di Gesù. Questo certamente serve a rincuorare i discepoli prima degli eventi del Calvario (sebbene non abbiano ancora ben chiaro quale debba essere il destino e la missione del Maestro); ma soprattutto mostra come proprio in questi ultimi si compia la nuova ed eterna Alleanza.

Brani di approfondimento

Si propongono due passi per meditare ulteriormente il senso del brano di oggi:

  • Es 24,12-18: Mosè sale sul monte per ricevere le tavole dell’Alleanza;
  • 1Re 19,9-13: Dio si rivela al profeta Elia in un modo inaspettato.
Versetti

v. 1: «Sei giorni dopo»: non è ben chiaro a cosa alluda questo riferimento temporale, anche perché, ad esempio, Lc dà una scansione temporale differente («circa otto giorni dopo», Lc 9,28). In realtà, come già accennato, è un rimando dell’evangelista all’Alleanza del Sinai, quando Mosè rimase sei giorni coperto dalla nube della gloria di Dio e al settimo il Signore lo chiamò (Es 24,16).

«Alto monte»: luogo dal forte valore religioso, in quanto anticamente era considerato dimora della divinità (Sal 3,5). Esso rappresenta l’altezza del cielo che domina su tutta la terra (Mt 4,8) e quindi luogo per eccellenza dell’esperienza religiosa (Ap 21,10), anche in senso negativo (Is 57,7) e di prova della fede (Gen 22,2).

v. 2: «Fu trasfigurato»: lett. metamorfosi, cioè un andare “oltre la forma”, la trasfigurazione è un evento operato dal Padre (si noti infatti il verbo in forma passiva). Il verbo (metamorphoō) è usato anche da Mc nello stesso senso di Mt (Mc 9,2), ma evitato da Lc (9,29), anche se nel NT è usato pure da San Paolo ed è reso in italiano con «trasformare» (2Cor 3,18; Rm 12,2). Al di là degli “effetti speciali”, quindi, il termine ha un significato prettamente spirituale e riguarda l’identità più profonda della persona. Mentre, però, per Gesù è semplicemente un far vedere ciò che è nascosto alla vista umana, per noi riguarda un essere resi conformi all’«icona» di Dio che è Gesù (2Cor 3,18; Es 34,34). San Paolo riprende anche il simbolo del volto brillante per indicare l’amicizia di Dio (Gdc 5,31; Dn 12,3; Ap 22,5).

«Candide come la luce»: la luce sfolgorante simboleggia la santità divina ed è un chiaro rimando alla Risurrezione (Mt 28,3), oltre a rimandare alla misteriosa figura del Figlio dell’uomo (Dn 7,9-14; Ap 1,12-16) che Gesù personalmente e in modo esplicito associa alla sua identità messianica, lasciando un po’ in ombra la sua discendenza davidica (Mt 9,27; 21,9). A loro volta, le vesti dei discepoli sono rese candide dal sangue dell’Agnello (Ap 4,4), ed essi devono evitare di macchiarle con l’infedeltà (Ap 3,4).

v. 5: «Nube luminosa»: manifestazione della presenza divina (la «gloria di Dio», Es 19,16) in una forma che richiama l’uscita dall’Egitto (Es 13,22), come guida e protezione del popolo, ma impenetrabile per i nemici di Dio (Es 14,20); non solo, essa testimoniava anche l’abitare di Dio nel suo tempio (Es 40,35ss.; 1Re 8,10). Nel NT c’è un’allusione a questo simbolo nell’Annunciazione (Lc 1,35) e in contesti in cui appare in modo chiaro la divinità di Gesù (Lc 21,27; At 1,9).

«Ascoltatelo»: ripresa della voce del Padre durante il Battesimo (Mt 3,17) con l’aggiunta proprio di questo comando, in cui Gesù è ora indicato come il Profeta che tutto il mondo deve ascoltare, prima direttamente e poi tramite i suoi discepoli (28,19-20).

MEDITATIO (Cosa il brano dice a me)
  1. Mi è mai capitato di vivere momenti intensi di intimità con il Signore? Quando?
  2. La preghiera è per me un’evasione o cerco di portarne i frutti nella vita quotidiana?
  3. Mi riservo dei luoghi o momenti particolari che sono per me come il monte Tabor?