Lectio divina – Vangelo della I Domenica di Avvento anno A

lectio divina

26 Novembre 2022

Si propone uno schema-guida per la lectio divina sul Vangelo di domenica 27 novembre 2022.

(Si consiglia di avere sottomano una Bibbia per consultare i vari passi citati)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 24,37-43)

37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. 42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

LECTIO (Cosa il brano dice in sé)
Contesto

Il brano si colloca nel discorso escatologico di Gesù (23,1-25,46), che si può dividere in due parti. La prima riguarda la rovina di Gerusalemme: in essa Gesù inizia con critiche, anzi con vere e proprie invettive contro l’establishment religioso dell’epoca (23,1-36) e prosegue con la profezia della distruzione del tempio (23,37-24,3); la seconda prende il la da quest’ultima per trattare della fine del mondo, che inizia con «dolori» (24,8), tentativi di inganno, la sofferenza di Gerusalemme, anche se nel suo verificarsi sarà manifesta e riguarderà il mondo intero (24,26-30). Di conseguenza, l’ultima sezione della seconda parte del discorso escatologico comprende diverse parabole che invitano alla vigilanza, e sono rivolte direttamente all’attenzione dei cristiani di ogni tempo. Il nostro brano appartiene a quest’ultima sezione

Brani di approfondimento

Oltre all’ovvio rimando agli altri vangeli sinottici (specialmente Lc), consigliamo alcuni brani per approfondire la comprensione e la meditazione:

  • Is 54,1-17: profezia che fa memoria delle disgrazie subite da Gerusalemme, annunciando una rivincita e aprendosi a un futuro di splendore, in una prospettiva ripresa e ampliata da Ap 21,10ss.;
  • Dt 30,15-20: nell’imminenza dell’entrata nella Terra Promessa, Dio presenta al Suo popolo la scelta tra una via di vita o di morte, da cui dipenderà la sua permanenza in essa.
Versetti

v. 37: «Come furono…così sarà»: questa espressione ci insegna lo stile dell’attesa cristiana. Con la speranza, siamo proiettati al futuro («così sarà»); si tratta però di una speranza ancorata a quanto già è stato («come fu»), cioè alla memoria degli eventi salvifici di Dio nella storia. In una parola: alla fede. Senza questo riferimento alla fede, la speranza cristiana diverrebbe semplice utopia, invece così essa è guida e orientamento per il cammino di ciascuno di noi. Memoria e attesa: l’Avvento.

«I giorni di Noè»: patriarca precedente Abramo, siamo ancora nel contesto genesiaco dell’umanità indivisa. Dunque, la venuta del Figlio dell’uomo coinvolgerà l’umanità intera. Il contrasto è tra un’umanità generalmente corrotta (Gen 6,5-6) e un solo giusto (Gen 6,8), il quale però è il seme da cui il genere umano può risorgere. Il diluvio è un castigo non nel senso di punizione, ma di purificazione («castigo» ha la stessa radice di «castità»). L’esempio di Noè è preso da Gesù in un duplice senso: un invito, da un lato, a non imitare la sordità spirituale dei contemporanei di Noè anche se in maggioranza, infermità che può affliggere anche i discepoli di Gesù (Mt 13,14-15; Is 6,9-10); dall’altro, Egli esorta a essere «intelligenti» (intus-legere: leggere dentro), cioè a saper scorgere le orme di Dio nella storia, i cd. «segni dei tempi». È questa la vigilanza cristiana.

v. 40: «Due uomini ecc.»: non un’arbitraria discriminazione, ma indica la decisività dell’intervento salvifico di Dio nella nostra vita. Sta a noi decidere da che parte stare, con Dio o contro di Lui (Lc 11,23).

v. 43: «Se il padrone di casa sapesse»: la vigilanza/attesa non è inerzia, ma un camminare incontro al Signore che viene (ad-ventus: Ap 22,17.20; 3,20). Siamo quindi chiamati a essere svegli perché la luce è già presente (1Ts 5,4; 1Gv 2,7-11). Nessun fatalismo o destino ineluttabile, quindi, ma il Signore prepara insieme a noi la nostra salvezza: Dio ci prende sul serio.

v. 44: «Nell’ora che non immaginate»: è il «momento» (kairos: Rm 13,11), il tempo dell’intervento di Dio. Per gli antichi greci, il tempo era chronos, cioè l’avanzare cieco e ineluttabile degli eventi, che come un buco nero trascina tutto al suo interno condannandolo all’oblio (per la mitologia greca, Crono è il dio divoratore dei suoi figli). Per la Bibbia, invece, il tempo è innanzitutto kairos, «momento» o «tempo di salvezza» introdotto da Dio nella storia (Mc 1,15), che non è più quindi un ciclo, ma un’ascesa. In Gv c’è invece il tema dell’«ora» (Gv 2,4; 13,1; 19,27; 2Gv 2,18), cioè il compiersi del sacrificio di Gesù. Accogliendo la Parola di Dio, siamo in grado di uscire dal chronos di una vita senza senso al kairos che rende «piena» la nostra esistenza.

MEDITATIO (Cosa il brano dice a me)
  1. Come vivo il mio tempo?
  2. Vedo la mia vita come una storia di salvezza?
  3. Spero/attendo qualcosa nella mia vita, che non siano semplici sogni o divagazioni?